Guida alla facoltà di Agraria

Potrebbe essere benissimo la sede della facoltà di Arte dell'Università di Perugia, e invece lo splendido scenario della basilica di San Pietro ospita la facoltà di Agraria. La cosa potrebbe sembrare bizzarra in un primo momento, ma invece è più logica di quanto si pensi. 
Infatti, la basilica di San Pietro e il suo monastero benedettino possedevano terreni e giardini utili alla città per l'istituzione di un Istituto per l'Istruzione Agraria. Era il 1896, e la facoltà ha fatto tanti passi in avanti da quella data, intrecciando la sua storia con quella della stessa Perugia. 

All'interno dei locali del monastero trovano spazio aule mediamente modeste, laboratori moderni, giardini con orto botanico e medievale che supportano la didattica di tre dipartimenti. L'offerta formativa si articola in cinque corsi di laurea triennali, di cui due interfacoltà, e cinque corsi di laurea magistrale, di cui uno in interfacoltà. Presenti anche diversi dottorati, la cui attivazione pare dipenda dalle possibilità economiche e logistiche della facoltà - ma almeno uno per ciclo è sempre garantito. Questo testimonia come per quanto i corsi di Agraria a Perugia rappresentino una delle facoltà migliori in tutta Italia - i dati Censis l'hanno incoronata tra le primissime in classifica per molti anni accademici di fila - anche loro risentano dei tagli alla scuola e agli atenei, che ne hanno ridotto le risorse spendibili e le possibilità per gli studenti.
E sembrano proprio questi ultimi l'anima più attiva dell'ateneo: supportati da un sito web funzionale dove è facile reperire ogni tipo di modulistica e informazione, sono organizzati e presenti su internet, nei social network e nelle rappresentanze universitarie. I feedback con le matricole e i neofiti sono per lo più positivi, e i più "anziani" della facoltà dispensano consigli e notizie. Inoltre, la facoltà propone agli allievi tirocini formativi e stage utili al conseguimento della laurea, tirocini che spesso risultano anche retribuiti


I nei di questo fiore all'occhiello dell'ateneo perugino si concentrano per la maggior parte nella logistica e nelle strutture di ristorazione. Infatti, la facoltà sorge nel quartiere Borgo Bello, leggermente discostato dall'acropoli cittadina e che può risultare lontana da raggiungere a piedi. Arrivarci poi con gli autobus è un'impresa, dato che le linee che la servono sono poche e con le fermate abbastanza distanti dalla basilica.
Per gli automuniti la vita non è più facile: chi non conosce bene i sensi unici e la presenza della ztl nelle aree circostanti può incappare in spiacevoli multe. Stesso discorso per i parcheggi, insufficienti e difficili da trovare, specialmente se si va alla ricerca di strisce bianche, ossia di posti non a pagamento. 
Infine, il bar interno alla basilica è molto piccolo e non sempre riesce a soddisfare le richieste di tutti gli utenti, specie in occasioni di lauree e festeggiamenti in generale. Comunque è possibile trovare altri ristoranti, bar e pizzerie lungo corso Cavour, a qualche centinaia di metri di distanza.

Tutto sommato, nonostante qualche lamentela di carattere generale, ad Agraria "Si sta bene", come dichiara il rappresentante di facoltà per gli studenti. Probabilmente, la buona organizzazione e coordinazione tra insegnanti e allievi è anche frutto di una minore presenza di iscritti rispetto a realtà ben più grandi come Lettere o Giurisprudenza, che proprio per ragioni quasi fisiologiche incappano in problematiche di carattere organizzativo.
C'è da dire che i parcheggi e la copertura del servizio del trasporto pubblico restano i problemi forse più importanti per questa facoltà, sperando che i tagli all'istruzione non peggiorino anche la qualità dell'offerta formativa.