Perugia si abitua alla Raccolta porta a porta

Dopo quasi due mesi di raccolta differenziata porta a porta, a Perugia è tempo di bilanci, almeno per la popolazione che si sta gradualmente abituando a questa importante novità.

Siamo andati a fare due chiacchiere tra gli abitanti di un rione del centro, per capire se l’iniziativa della Gesenu è stata avvertita come una ventata di aria fresca oppure un disastro totale.

Il nostro piccolo reportage ha coinvolto anziani e studenti fuori sede, nuclei familiari e ragazzi provenienti da altre nazioni.

Con grande stupore, la fascia della popolazione più aperta e favorevole alla raccolta differenziata è quella più anziana, considerata tradizionalista e restia a ogni cambiamento drastico.

“È una metamorfosi molto positiva. – ci dice la signora L. – Certo, ho dovuto rivoluzionare tutta la cucina, mettendo tanti secchi per l’immondizia, ma pazienza.”

Le difficoltà di associazione tra materiali e colori dei sacchetti ha dapprima scoraggiato alcuni degli arzilli vecchietti che hanno chiacchierato con noi, ma l’antica tempra perugina è riuscita a emergere anche in questo caso. Il signor G. ha dichiarato: “Non ci capivo nulla, all’inizio. Il volantino della Gesenu è scritto in piccolo e non era chiaro, volevo mandare tutto al diavolo. Poi una mia vicina di casa mi ha gentilmente fatto uno schemino colorato che ho appeso sul frigo, e adesso va tutto bene.”

La vicina di casa in questione è una studentessa fuori sede, che ha speso molte parole per esaltare i vantaggi della raccolta porta a porta: pochi mezzi della nettezza urbana per strada durante il dì, maggiore sicurezza e vigilanza durante le ore notturne.

E se qualcuno si lamenta del rumore a volte eccessivo emesso durante il ritiro dei sacchi – soprattutto il giovedì, il giorno del vetro, c’è anche chi non si cura in nessuna maniera di questo nuovo corso.

“Non mi interessa; per il momento non è una cosa che mi tocca in prima persona; finché non tolgono i cassonetti dalle strade non sprecherò tempo a memorizzare colori e materiali.”, dichiara P., perugino doc.

Invece S., studentessa, spera che assieme ai cassonetti non scompaiano anche i cestini sparsi per le strade, una volta entrata a pieno ritmo la raccolta differenziata: “Non vorrei portarmi in giro per tutti i miei percorsi le carte, i fazzoletti e anche i bisogni del mio cane… ovviamente, sarebbero dal riporre nell’umido!”, scherza poi.

Un’altra sorpresa viene dagli studenti non italiani: chi si aspettava meno rispetto delle regole di ritiro e una buona dose di menefreghismo dovrà ricredersi. Puntualità e precisione parlano tante lingue, e ben comprendono anche la responsabilità civile che comporta un’attenta differenziazione dei propri rifiuti.

Nelle famiglie, inoltre, la raccolta differenziata viene concepita anche come un momento didascalico e di collaborazione, che coinvolge soprattutto i più piccoli.

Il bilancio generale sembra quindi positivo, anche se restano forti perplessità riguardo alcuni aspetti carenti dell’organizzazione porta a porta: molti cittadini vorrebbero avere chiarimenti riguardo la destinazione di alcuni materiali da riciclo (i piatti di plastica vanno nell’indifferenziato e non nella plastica, per esempio!) e poter scegliere almeno tra due dimensioni per ogni sacchetto – in alcune case si consuma più latta e plastica che carta, per cui una scelta di grandezza dei sacchetti incrementerebbe un ulteriore risparmio; inoltre, i cittadini si auspicano almeno un ulteriore ritiro al sabato (unico giorno di “riposo”), oltre a un contenitore per il deposito dei sacchetti fuori di casa. Queste ultime questioni sono anche oggetto di pesanti critiche da parte degli esercenti: infatti, molte attività commerciali sono aperte esclusivamente nel fine settimana, generando una grande quantità di rifiuti durante il sabato che rimangono per strada per più di una giornata, con il conseguente “attacco” da parte di gatti, cani e altri animali.