Romanico a Perugia: 5 chiese da non perdere

Chiesa di San Bevignate
Trovare una chiesa a Perugia che respiri al 100% lo stile romanico non è facile. Infatti, la città e la sua architettura hanno da sempre camminato di pari passo con le evoluzioni degli stili artistici nel corso del tempo, sottoponendo gli edifici e le chiese a restauri e rifacimenti continui. Le numerose chiese di Perugia sono quindi definibili per la maggior parte come "composite", ossia costituite da due o più stili architettonici ed elementi ben riconoscibili all'interno o all'esterno degli edifici stessi. Tuttavia, abbiamo individuato cinque chiese in stile romanico piuttosto spiccato assolutamente da non perdere durante una visita in città.  

San Francesco al Prato
San Francesco al Prato. Sorge alla fine di via dei Priori, in pieno centro storico, alle porte del suggestivo quartiere Santa Susanna e a pochi passi dalla porta Trasimena. Considerata a volte come squisitamente gotica per la sua struttura imponente che si innalza verso il cielo, San Francesco presenta vistosi elementi romanici, come la pianta della chiesa stessa, a navata unica con abside, e la presenza di elementi strutturali tipici dello stile come volte, pilastri, colonne e archi. La chiesa ha subìto nel corso del tempo varie ristrutturazioni, dovute per lo più alla natura friabile del terreno sottostante, che ha spesso ceduto. Sconsacrata da tempo, San Francesco al Prato ospita spesso kermesse musicali e spettacoli.  

San Costanzo
San Costanzo. É la chiesa dedicata ad uno dei santi protettori di Perugia. Si trova poco oltre la porta dedicata proprio al santo, nel quartiere di Borgo XX Giugno. All'esterno la chiesa si presenta molto modesta, decorata con i motivi tipici dell'arte romanica, come ad esempio lo splendido rosone centrale. Ad affiancare l'edificio, un campanile in stile neoromanico con tratti gotici, costruito successivamente. L'interno della chiesa è un'incredibile esplosione di blu (grazie anche ai recenti restauri): le pareti sono affrescate quasi interamente di motivi floreali e geometrici. Ogni 28 di gennaio, presso San Costanzo giunge una fiaccolata chiamata luminaria, a cui partecipano le più alte autorità religiose e civili, assieme a religiosi e cittadini.  

Santa Maria di Monteluce. Spostandosi poco lontani dal centro si incontra questa splendida ed essenziale chiesa, che prende il nome dal quartiere omonimo a cui appartiene. Sorta nei primi anni del 1200, divenne un centro religioso molto importante, giacché inglobò un monastero di suore affini all'ordine di Santa Chiara. Non è un caso, quindi, che le tele presenti al suo interno - appartenenti alla corrente manieristica perugina del 1700 - raffigurino scene della vita della santa di Assisi e del suo "fratello" San Francesco. Ciò che colpisce particolarmente di questa bella chiesa sono le volte interne, l'altare in marmo rosato il cui stile già volta verso quello gotico e il portone centrale d'ingresso, costituito da una doppia apertura a tutto sesto. 

San Bevignate. Posta anch'essa nel quartiere Monteluce, questa chiesa viene spesso dimenticata dalle guide turistiche su Perugia. Eppure, questo edificio sconsacrato dal 1860 è carico di storia e di leggende, legate all'ordine dei Templari e alla figura misteriosa di Bevignate, l'eremita di Perugia. La struttura della chiesa è simile a quella di Santa Maria di Monteluce per modestia e pianta, ma al suo interno presenta elementi di stacco, sebbene tipicamente romanici, come le volte a crociera e l'arco trionfale ad apertura della cripta rialzata. Inoltre, durante i recenti restauri sono stati portati alla luce i resti romani presenti sotto la superficie pavimentaria della chiesa: si tratta di una sorta di una rarissima "zona lavanderia" di una domus romana.   

Complesso di Santa Giuliana
Santa Giuliana. Conosciuta per lo più per essere teatro principale della kermesse musicale di Umbria Jazz, facilmente raggiungibile anche a piedi dal centro storico, la storia della chiesa si fonde indissolubilmente con quello del monastero di clausura, sorto a metà del 1200. Il complesso rappresenta uno dei momenti più alti dell'arte cirstercense in Italia, ma anche uno dei più bui e trasgressivi del movimento religioso in Umbria, dato che nel 1560 circa il monastero fu dato in gestione al vescovado per la sua preoccupante dissolutezza. La chiesa presenta una sola navata ed è decorata all'esterno da un meraviglioso rosone centrale. All'interno è possibile ammirare gran parte delle decorazioni originali, rette dalle arcate lignee, ancora solide e ben conservate. 

Photo credit:  Starlight, Perugia-City, Lumen Roma e Federico Filipponi