Economia: Focus sul Tessile a Perugia

Il Tessile è una della realtà principali dell'economia perugina. L'insieme delle piccole e medie imprese che si dedicano a quest'attività attorno a Perugia e i borghi di Solomeo e Spello costituisce un vero e proprio distretto industriale.

Punta di diamante del Tessile umbro è stata in passato l'industria Ellesse, mentre attive oggi sono la casa d'abbigliamento di Luisa Spagnoli, il re del cachemire umbro Brunello Cucinelli Couture, e Arnaldo Caprai, tra le prime realtà ad acquisire il marchio di qualità ITF (Italian Textile Fashion).

Il distretto di Perugia è costituito oggi da un rete di 2000 microimprese che danno lavoro a circa 10.000 persone. Dieci anni fa erano 2900 aziende per un totale di 15.000 persone impiegate. Anche qui la crisi si fa sentire, e in realtà a Perugia il tessile stenta a decollare perché come scrive il Sole 24 ore non è specializzato, nella realtà umbra infatti le piccole imprese fanno tutte un pò di tutto senza andare a proporre nulla di nuovo o esclusivo.

Ma in Umbria ci sono anche delle eccellenze. Il merito del re del cachemire Cucinelli è quello di aver osato con i colori e di aver sdoganato il cachemire fino a portarlo sin dentro i CDA, a renderlo adatto in qualsiasi occasione, in una rivoluzione di costume già in atto da tempo ma che attendeva un apripista per manifestarsi.

Brunello Cucinelli è anche celebre come imprenditore filosofo. L'anno scorso fece scalpore un suo regalo di libri ai dipendenti, che comprendeva anche un'edizione personalizzata dei discorsi di Obama, con una prefazione scritta di suo pugno. Cucinelli è un noto divoratore di libri con una ricca biblioteca, che comprende testi antichi in lingua, rarità e classici nelle più svariate traduzioni.

E l'imprenditore filosofo ha persino restaurato a sue spese il centro storico medievale di Solomeo, rendendolo se non un piccolo distretto almeno un paese tirato a lustro dal successo d'impresa, con annesso un teatro con una produzione indipendente che rivaleggia se non con il Morlacchi e con il Lyrick almeno con il teatro Brecht, nato recentemente nel rinnovato quartiere cresciuto attorno alle fabbriche della Perugina. Una mission aziendale quella di Cucinelli largamente ineccepibile sotto tutti i punti di vista, una crescita economica invidiabile ed una penetrazione sui mercati salda.

Quella della Luisa Spagnoli è una realtà ben più snella, che ha da tempo spostato la manifattura all'esterno, occupandosi minuziosamente del design, della ricerca dei tessuti e del controllo della qualità. La Luisa Spagnoli si è sviluppata a partire dagli anni 50 superando due tappe fondamentali. La prima fu quella della scelta di puntare la produzione attorno alla lana d'angora, da una geniale intuizione di Luisa Spagnoli, la celebre imprenditrice che inventò il Bacio Perugina. I conigli d'allevamento dai quali veniva ricavata l'angora richiedevano minore attenzione e spazi rispetto ai grandi spazi richiesti dagli ovini dai quali si ricavava la lana merino, più resistente ma meno lucente e morbida dell'angora. Inoltre, da vera animalista rifuggeva la tosatura degli animali, e la tecnica utilizzata per la produzione della lana era quella della pettinatura, un'innovazione che costituì per la futura impresa Luisa Spagnoli un carattere unico e distintivo.

La seconda grande idea che ha determinato il successo della Luisa Spagnoli è quella della distribuzione, attraverso una rete diretta di boutique distribuite su tutto il territorio in posizione strategica e riconoscibile, con il vantaggio di avere un contatto diretto con la propria clientela e monitorare così il successo delle nuove linee direttamente sul proprio pubblico.

Fondamentale è stato il fiuto d'impresa di andare a cogliere sempre le esigenze del mercato, andando a rispondere ad un'esigenza latente di tante donne insoddisfatte da cosa veniva loro proposto, facendo sempre attenzione al rinnovamento senza rinunciare ad una classica eleganza. I costi dei capi d'abbigliamento Luisa Spagnoli sono alti, parametrati alla qualità, ma non sono impossibili. A testimonianza dell'universalità del marchio possiamo dire che anche la neopresidente della Regione Umbria Catiuscia Marini veste Luisa Spagnoli (o almeno così era nel giorno dei festeggiamenti per la recente vittoria alle urne).

La storica Ellesse non ha bisogno di presentazioni, per maggiori informazioni potete consultare il libro Ellesse - Storia di un mito del made in Italy raccontata dai suoi protagonisti. Basti solo dire che Ellesse fu uno dei primi marchi ad essere visibile sulla parte esterna dei vestiti - consuetudine da allora in poi inesorabilmente copiata da tutti gli altri.

Le micro imprese umbre del Tessile dovranno imparare da questi grandi esempi e riconoscere che il passo inevitabile per la crescita, per evitare l'outsourcing verso Paesi con una manodopera a basso costo (e scarsa esperienza, però) è quello di creare un proprio marchio. E per penentrare nei mercati che contano, alcune imprese umbre si sono costituite in un'associazione temporanea d'impresa, per cercare di attirare le griffe che non stanno delocalizzando in Asia ad andare in controtendenza e ad investire sulla qualità del made in Umbria. Un'impresa ardua, ma non impossibile. Tra le aziende che utilizzano cachemire made in Perugia da citare ad esempio è Hermaunt & Blaine, fine azienda di abbigliamento che ha imposto il proprio marchio con stile nascendo da una tradizione di pelletteria napoletana. Per crescere il Tessile umbro ha bisogno di idee (e Luisa Spagnoli, Ellesse e Brunello Cucinelli in passato hanno già indicato la strada) e capacità di innovare. Il consiglio di Perugia city è quello di seguire anche le nuove strade della distribuzione. Dà infatti da pensare come l'unica impresa italiana ad essersi quotata in Borsa in tutto il 2009 e che non risente alcuna crisi sia Yoox, un'azienda bolognese che rivende i grandi marchi on line...

Photo credit: in alto a sinistra, "textile art" by Tsja!, a destra "Borgo di Solomeo" by Ricardo Francone.